Blockchain in Italia: molte sperimentazioni e pochi investimenti

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Blockchain in Italia: molte sperimentazioni e pochi investimenti © DALL-E

Lo studio intitolato "Blockchain per startup e PMI in Italia" dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) è stato condotto con lo scopo di capire quali siano stati gli effetti degli investimenti effettuati fino ad ora nel nostro Paese per le tecnologie basate sulla Blockchain e, in generale, per le DLT (Distributed Ledger Technology).

Secondo i ricercatori per il momento sarebbe ancora troppo presto per individuare la direzione con cui potrebbe evolversi un distretto italiano consacrato alla Blockchain. Al di là delle applicazioni finanziarie essa sarebbe ancora in una fase di sviluppo iniziale. L'utilizzo in ambito industriale risulterebbe poi molto limitato anche a livello mondiale in quanto gli sviluppatori starebbero ancora implementando nuove soluzioni in grado di superare l'offerta attuale.

In Italia si preferisce investire in supply chain e IoT

Nel contempo l'impiego su ampia scala nell'economia aziendale delle non poche applicazioni di DLT in fase di sviluppo rimarrebbe per molti versi ancora poco chiaro e i progetti tuttora allo stadio sperimentale sarebbero molto numerosi. La tendenza sembrerebbe in ogni caso quella di prediligere le piattaforme dedicate alla gestione della supply chain e dei network IoT (Internet of Things).

Nonostante siano stati già individuati settori in cui è probabile una diffusione di queste tecnologie, dalla sanità al manifatturiero fino alla fintech, stando ai dati raccolti sarebbe difficile indicare una singola applicazione basata sulle DLT che abbia già avuto un impatto rilevante sulle pratiche aziendali, sia a livello nazionale che globale.

Nel corso del 2019 le aziende italiane avrebbero investito circa 30 milioni di euro in progetti di Blockchain, con un incremento del 100% rispetto all'anno precedente. Le società finanziarie e assicurative rappresenterebbero circa il 40% del totale e si starebbero concentrando sullo sviluppo di infrastrutture sistemiche accessibili a tutti gli istituti finanziari. Un altro 30% proverebbe dalle PMI soprattutto in campo agroalimentare e tessile per la tracciabilità dei prodotti.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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