Exaflood: nuotare in un mare di gigabyte

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Exaflood: nuotare in un mare di gigabyte

Secondo una ricerca tenuta dall'istituto IDC, nel 2006 i dati prodotti in formato digitale hanno superato la soglia di 161 miliardi di gigabyte (161 exabyte), questa crascita esponenziale e continua potrebbe portare in un prossimo futuro ad un grave problema di cui si parla pochissimo: l'exaflood.

L'ipotesi è quantomeno apocalittica e probabilmente relegata al campo teorico, ma è bene conoscerne le implicazioni: si verifica l'exaflood quando l'ammontare dei dati digitali prodotti supera le reali capacità di archiviazione disponibili; non avendo abbastanza spazio per contenere tutte le informazioni prodotte sarà necessario eliminarne alcune ma ciò potrebbe portare alla perdita di dati fondamentali.

A contribuire all'enorme crescita dei materiali digitali sono stati i contenuti autoprodotti, che entro il 2010 potrebbero superare il 70% delle informazioni complessive; nello stesso anno ci si dovrebbe avvicinare ad una produzione pari allo zettabyte, cioè 1000 exabyte.

Il metodo utilizzato per il calcolo analizza però il flusso totale dei dati e non la loro effettiva entità, ciò vuol dire che vengono contate anche informazioni destinate a vita breve come per esempio buona parte delle e-mail.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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