Facebook e la bufala dello "status sulla privacy"

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Facebook e la bufala dello "status sulla privacy"

Ricordate quella notizia circolata sul Sito in Blue tramite copia incolla nella quale si accusava il Governo di voler tassare cani e gatti? Era una bufala; e ricordate quell'altra secondo la quale il premier francese Hollande aveva abolito tutte le auto blue dall'alto dell'Eliseo? Era una Bufala.

Ora ne volete sapere un'altra? In questi giorni circola su Facebook una sorta di "prestampato" denominato "status sulla privacy" che contiene una dichiarazione con la quale l'utente vieta al social network e a terzi di utilizzare le informazioni pubblicate tramite il proprio account o ad esso riferite.

Tale dichiarazione sarebbe pure ineccepibile dal punto di vista sintattico e spiega molto chiaramente l'intento di chi la pubblica; peccato però che essa non abbia alcun valore a livello legale, tanto più che il citato Uniform Commercial Code è in vigore soltanto negli Stati Uniti

Tralasciando il fatto che inserire testi, video e immagini su un social network per poi pretendere che questi rimangano riservati è un po' come andare in giro nudi convinti che nessuno si prenderà la briga di guardarci esterrefatto, si ricorda che l'adesione a Facebook prevede l'accettazione di un contratto che specifica le modalità (reali) di utilizzo dei dati personali raccolti che nulla ha a che vedere con il fake circolante in queste ore.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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