FBI: l'IPv6 favorirà il crimine

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FBI: l'IPv6 favorirà il crimine © Pixabay

I vertici dell'FBI, la polizia federale degli Stati Uniti, avrebbero espresso preoccupazione a riguardo dell'ormai necessario passaggio al nuovo protocollo per l'assegnazione degli indirizzi di Rete; a loro parere l'IPv6 potrebbe essere un ostacolo all'identificazione dei criminali.

Il nuovo standard renderebbe infatti più complesso il monitoraggio delle attività criminose attraverso dispositivi in grado di produrre traffico dati; reati come per esempio il sequestro di persona e l'organizzazione di attentati terroristici diventerebbero forse più diffcili da reprimere.

Il problema starebbe tutto nel fatto che l'ARIN (American Registry for Internet Numbers) dovrà assegnare i blocchi di indirizzi IP ad intervalli di circa 10-15 anni; i provider potrebbero così ritardare notevolmente l'aggiornamento dei registri rendendo vani i tentativi di identificazione.

A questo punto potrebbe essere necessaria una normativa che imponga agli ISP di aggiornare puntualmente i propri Whois Database, diversamente si potrà contare soltanto sulla buona volontà di questi ultimi che potrebbero risolvere la questione con un proprio codice di autoregolamentazione in materia.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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