IBM vieta Siri ai propri dipendenti

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IBM vieta Siri ai propri dipendenti

I vertici del colosso tecnologico IBM si sarebbero recentemente resi protagonisti di un curiosa iniziativa vientando l'utilizzo dell'assistente vocale Siri ai propri dipendenti durante gli orari di lavoro; le motivazioni di tale disposizione andrebbero oltre le semplici questioni legate alla produttività aziendale.

Siri, che è uno strumento integrato nelle ultime release del sistema operativo mobile iOS, è infatti in tutto e per tutto un prodotto delle Casa di Cupertino che funziona sulla base di un server remoto; niente di male se non fosse che la Apple è una concorrente dell'IBM.

Ora, che fine fa il flusso di informazioni e, in particolare, di interrogazioni dirette verso Siri? In quali database vengono archviati i dati? A questo proposito si possono fare soltanto delle ipotesi, ma la possibilità che segreti industriali di proprietà della IBM fiscano nelle mani sbagliate sarebbero tutt'altro che da escludere.

Di certo ci sarebbe soltanto il fatto che il traffico dati prodotto da Siri verrebbe gestito tramite degli appositi server funzionanti presso una sede Apple sita nella località di Maiden, North Carolina; come stabilito dalla licenza d'utilizzo dell'applicazione, Tim Cook e soci hanno la possibilità di registrare tutte le query lanciate al servizio.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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