Innovazione: l'Italia investe ma non troppo

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L'Assirm Innovation Index è sostanzialmente un indicatore grazie al quale è possibile misurare la propensione del nostro Paese ad investire in innovazione. L'ultima edizione dell'AII evidenzierebbe ora una situazione migliore rispetto alle rilevazioni precedenti, anche se risulterebbe ancora palese il ritardo della Penisola rispetto ad altre realtà europee.

Ad essere incoraggiante sarebbe in particolare la crescita dell'indicatore durante tutto il 2017 (da un +0.3% iniziale ad un +1.2 finale), andamento che sarebbe poi proseguito anche nel corso del primo trimestre dell'anno corrente. Verrebbe stato così colmato lo stato di sostanziale stagnazione registratosi in pieno periodo di crisi, tra il 2011 e il 2013.

A determinare il momento positivo sarebbero in particolare gli investimenti che hanno coinvolto il settore manifatturiero, ma starebbe crescendo anche la spesa in tecnologie per l'Intelligenza Artificiale, applicata in particolare in ambito industriale, così come quelle finalizzate alla sostenibilità ambientale e alla trasformazione digitale.

Operando un confronto tra 11 diverse nazioni europee, l'indicatore assegnerebbe alll'Italia un punteggio pari a 6.2 punti percentuali per quanto riguarda la crescita. Nonostante il buon andamento il Portogallo (+7.2%) avrebbe fatto meglio di noi, portando a conclusione il sorpasso da parte della penisola iberica iniziato dalla Spagna nel 2014.

Svezia (con un +19.2%), Regno Unito (+17.5%) e Germania (+16.5%) si starebbero confermando come le nazioni più propense agli investimenti in innavozione, ma si starebbero dimostrando particolarmente attive anche l'Olanda (+14.9%), la Repubblica Ceca (+14.9%), l'Austria (+13.7%) e la Francia (+10,6%).

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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