Negozi chiusi la domenica. Un ragalo all'e-commerce?

  • Facebook
  • Twitter
  • Linkedin
  • Email

In questi giorni il nostro Paese è coinvolto nell'ennesima polemica politica con gli Italiani che si dividono tra chi è favorevole alla chiusura domenicale (e festiva) dei negozi e chi, invece, li vorrebbe aperti 7 giorni su 7. A ben vedere però esistono già delle attività che operano a qualsiasi ora del giorno e della notte dal lunedì alla domenica, sono le piattaforme per il commercio elettronico.

Solo di recente l'Italia è divenuta uno dei mercati più deregolamentati per quanto riguarda orari e giorni di apertura/chiusura degli esercizi commerciali, questo per iniziativa del Governo Monti. Un eventuale ritorno allle vecchie regole potrebbe quindi favorire chi opera direttamente online, nel caso specifico Amazon sarebbe sicuramente tra questi ultimi, ma il beneficio potrebbe estendersi all'intero comparto e-commerce. A conferma di ciò vi sarebbe una recente dichiarazione del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), secondo la quale ben 2.7 miliardi di euro spesi dai nostri connazionali durante le domeniche e i festivi nei negozi fisici potrebbero spostarsi nelle casse delle piattaforme digitali per la vendita.

Tale beneficio, tuttavia, potrebbe non essere a vantaggio dei negozi on-line italiani: secondo alcuni osservatori, infatti, sarebbe allo studio del Governo la possibilità di vietare, agli e-commerce italiani, di ricevere ordini alla domenica e durante i festivi, in modo da allineare il comparto on-line con i canali tradizionali.

Se ciò fosse confermato, la perdita per il comparto potrebbe essere notevole in quanto i consumatori italiani verrebbero spinti ad utilizzare piattaforme estere, mentre i consumatori stranieri, in cerca di Made in Italy, potrebbero trovare un ulteriore ostacolo nel fare spese nel nostro paese.

Per il momento il provvedimento è ancora in fase di analisi presso la commissione Attività Produttive della Camera e non mancherebbero i detrattori. Tra questi ultimi vi sarebbe Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano che, attraverso le parole del suo presidente - Roberto Liscia - ha espresso la sua preoccupazione: "Trovo assurdo, conclude Liscia, coinvolgere nella proposta di legge le aziende di e-commerce per incentivare le persone ad acquistare nei negozi sotto casa. Non è questa la strada per supportare i piccoli negozianti, che anzi dovrebbero essere aiutati a utilizzare i canali digitali per instaurare una nuova relazione con il consumatore".

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

Non perderti nessuna news!

I commenti degli utenti

I commenti sono liberi: non è necessario iscriversi per poter commentare su questa pagina. Tutti i commenti, tuttavia, sottoposti alle linee guida di moderazione e prima di essere visibili devono essere approvati da un moderatore.

Oppure leggi i commenti degli altri utenti