La politica vuole controllare Internet

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La politica si è accorta in ritardo delle potenzialità di Internet, ma questo ritardo potrebbe essere presto recuperato e non è detto sia una cosa positiva. Amnesty International avverte che le maglie della censura si stanno facendo sempre più strette e che avanza sempre più forte il "modello cinese".

Crescita economica ed espansione nei nuovi mercati spingerebbero le aziende, guidate dal profitto e non certo dall'intento di diffondere la libertà di pensiero, a scendere a compromessi con i governi più repressivi. Sono 26 gli stati in cui la politica controlla fattivamente il Web, ma il conto comprende soltanto i regimi più autoritari.

Creazione di filtri per i contenuti, profilazione e archiviazione delle identità degli utenti, collaborazione tra ISP e autorità per l'identificazione di sogetti ritenuti sovversivi, violazioni della privacy in nome dell'interesse nazionale passate per leggi anti-terrorismo, schedatura dei frequentatori degli internet cafè sono solo alcune delle misure che la politica ha lanciato per il futuro controllo di internet, leggere per credere.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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