La UE distingue tra copia pirata e copia privata

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Gli utenti italiani attendono di scoprire quale sarà il destino degli aumenti previsti per la famigerata tassa chiamata equo compenso, un balzello che colpisce chiunque acquisti un dispositivo elettronico dotato di memoria di massa come indennizzo per le cosiddette copie private.

Intanto però la Corte di Giustizia della UE si sarebbe pronunciata in merito prendendo spunto da un recente ricorso presentato da alcune aziende olandesi, queste ultime avrebbero deciso di agire in sede europea vista la scarsa chiarezza delle leggi dei Paesi Bassi in merito alla tassazione sui dispositivi di memorizzazione.

Secondo quanto stabilito dai giudici, non sarebbe possibile equiparare le copie private e le copie pirata, questo perché vi sarebbe una netta distinzione tra le fonti di provenienza delle due tipologie di riproduzioni, legali nel primo caso e del tutto illecite nel secondo.

Insomma, le copie private non incoraggerebbero e non alimenterebbero in alcun modo il mercato sommerso delle opere tutelate dal diritto d'autore; per estensione, ma ad oggi si tratta di una nostra conclusione, anche lo stesso equo compenso non avrebbe ragione di esistere.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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