YouTube bloccato in Afghanistan

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YouTube bloccato in Afghanistan

Dopo i disordini che hanno portato alla morte di un diplomatico americano a Bengasi e agli attacchi alle ambasciate USA in Egitto e altri paesi del Medio-Oriente, le autorità Afghane avrebbero deciso di bloccare l'accesso allo streaming su YouTube per tutto il territorio nazionale.

Tale iniziativa potrebbe essere interpretata in due modi: come l'ennesimo esempio di censura governativa ai danni della Rete o, come un provvedimento preso per cautelarsi dal contagioso odio anti-americano che sta diffondendosi nei paesi di lingua araba.

Il fatto è che attualmente circolerebbe su YouTube un video trailer accusato di offendere la religione islamica, tale video sarebbe alla base delle proteste che hanno portato alla morte dell'ambasciatore USA in Libia; in Afghanistan, che rimane una vera e propria "polveriera", la visualizzazione del filmato potrebbe sfociare in ulteriori episodi di violenza.

Il governo afghano non consentirà di poter accedere nuovamente a YouTube prima della conferma dell'eliminazione definitiva del filmato dalla piattaforma di Google; il trailer al centro della diatriba internazionale sarebbe ancora visibile dall'Italia con un'avvertenza riguardante l'inappropriatezza dei contenuti.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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