4 scrittori fanno causa a OpenAI

Gli scrittori Michael Chabon, David Henry Hwang, Rachel Louise Snyder e Ayelet Waldman avrebbero deciso di fare causa ad OpenAI per violazione di copyright. La vicenda è particolarmente interessante perché non rappresenta il primo episodio di questo tipo e perché potrebbe influenzare il modo in cui verranno addestrati i modelli generativi in futuro.

Le abilità linguistche di chatbot come ChatGPT si basano su sessioni di training durante le quali i loro modelli vengono alimentati tramite dati prelevati in Rete. In molti casi queste procedure di scraping non sono in grado di capire quali contenuti sono protetti da diritto d'autore e quali no, ne consegue che alcuni di essi potrebbero essere utilizzati senza autorizzazione da parte degli autori.

A parere dei querelanti, l'utilizzo di opere protette da copyright da parte di OpenAI sarebbe stato intenzionale, per l'accusa quindi il gruppo capitanato da Sam Altman avrebbe sfruttato volontariamente anche questo tipo di contenuti con lo scopo di rendere il modello GPT (Generative pre-trained transformers) ancora più performante.

Gli obbiettivi degli scrittori coinvolti sarebbero molteplici: innanzitutto dar vita ad una class action che possa coinvolgere quanti più soggetti possibili, richiedere ad un tribunale di non consentire l'uso improprio di contenuti editoriali o opere artisitche per l'addestramento delle Intelligenze Artificiali e, naturalmente, ricevere un risarcimento per i danni subiti.

Data la complessità dell'argomento, è probabile che dovremo attendere molto tempo prima di poter leggere una sentenza. Il problema dell'uso di contenuti tutelati per il training delle AI è però sempre più discusso, non a caso Amazon ha recentemente aggiornato suo KDP (Kindle Direct Publishing) imponendo agli autori di indicare l'eventuale uso di tali tecnologie nei loro e-book.