Cina: troppi retweets possono costare la galera

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Il fatto che la Cina sia ad oggi una potenza economica in continua espansione non significa che all'interno dei suoi confini ci siano state negli ultimi anni particolari aperture riguardo ai diritti civili; lo dimostrerebbe il difficile rapporto tra il regime di Pechino e i propri cittadini che utilizzano i social network.

Per fare un esempio, nel gigantesco paese asiatico sarebbe in vigore una legge molto particolare volta a punire tutti coloro che pubblicano post non veritieri (o definiti tali); per essere puniti con il carcere sarebbe però necessaria un'aggravante: il successo del tweet pubblicato.

In pratica, una notizia falsa retwettata almeno 500 volte aprirebbe le porte delle patrie galere al malcapitato autore, ma per vedere il cielo a scacchi in un penitenziario cinese potrebbero essere "sufficienti" anche 5 mila condivisioni (non tante considerando le dimensioni dell'utenza di riferimento).

Twitter in Cina non è ancora particolarmente diffuso, lo è però la piattaforma Weibo che presenta caratteristiche molto simili; Yang, un suo utente sedicenne, sarebbe stato arrestato di recente per l'eccessiva diffusione di una notizia da lui pubblicata e ritenuta non vera dalle autorità.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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