Lavoro agile e Cybersecurity: i timori delle imprese italiane

  • Facebook
  • Twitter
  • Linkedin
  • Email
  • CommentaScrivi un commento
  • ForumDiscuti sul forum
  • PrecedentePoste Italiane si prepara all'addio di Amazon
  • SuccessivoGreen Pass: l'obbligo scatta dal 15 ottobre (per tutti)

Stando a quanto riportato dal Global data protection index di Dell technologies, il 64% delle aziende della Penisola temerebbe di essere maggiormente esposto ad attacchi informatici e Data Breach a causa dell'adozione diffusa del lavoro agile. Quasi la stessa percentuale (62 punti) riterrebbe le contromisure di sicurezza disponibili insufficienti per fronteggiare i rischi derivanti dallo smart working.

Da questo punto di vista le dichiarazioni pessimistiche sembrerebbero rincorrersi, basti pensare che il 74% delle imprese avrebbe già maturato una certa consapevolezza riguardo ad una più elevata probabilità di cadere vittime di malware e ransomware. L'80% del campione sarebbe convinto che in caso di perdita di dati sarebbe molto difficile, e costoso, ripristinare la situazione precedente alla violazione.

Più del 90% delle aziende italiane sarebbe stata vittima di attacchi informatici e avrebbe subito delle perdite

A confermare la ragionevolezza di tali preoccupazioni vi sarebbe il fatto che nel corso degli ultimi 12 mesi più del 90% delle aziende italiane avrebbe registrato delle perdite in seguito ad episodi malevoli, nel caso degli incidenti più gravi esse avrebbero superato il milione di dollari perché ad essere coinvolte erano dati fondamentali per il funzionamento del business.

Tra gli incidenti più frequenti a danno delle attività economiche nostrane si segnalerebbero le interruzioni di servizio a carico dell'infrastruttura tecnica, citate nel 18% dei casi, la perdita di informazioni più o meno rilevanti (22%), le difficoltà nell'accedere nuovamente ai dati coinvolti (10%) e una serie di attacchi telematici di diversa natura (24%).

Non mancherebbero comunque le notizie positive, come per esempio quella secondo cui l'Italia sarebbe il primo Paese dell'area EMEA (Europe, Middle East, and Africa) per investimenti in Intelligenza Artificiale e Machine Learning. A partecipare a questo trend sarebbe il 62% delle imprese del Belpaese contro il 45% del Regno Unito e il 43% di Germania e Francia.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

Non perderti nessuna news!

I commenti degli utenti

I commenti sono liberi: non è necessario iscriversi per poter commentare su questa pagina. Tutti i commenti, tuttavia, sottoposti alle linee guida di moderazione e prima di essere visibili devono essere approvati da un moderatore.

Oppure leggi i commenti degli altri utenti