Uber contro la riforma italiana degli NCC

La rivoluzione della mobilità portata in altri paesi da piattaforme come Uber, Boolt e Lyft non è mai arrivata in Italia. Il sogno di poter contare su un sistema di NCC (noleggio con conducente) moderno e alternativo ai taxi non si è mai realizzato e, stando alle riforme progettate in questi giorni dal Governo, potrebbe non diventare mai una realtà.

A lanciare l'allarme è stato Dara Khosrowshahi, CEO di Uber, che in una sua recente intervista al Corriere della Sera ha sottolineato come l'intero settore del trasporto a chiamata potrebbe essere messo presto fuori legge nella Penisola. Secondo il massimo dirigente della compagnia, ciò sarebbe dovuto alla volontà di tutelare un piccolo gruppo di contestari.

La misura prevista dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevede infatti che gli operatori di NCC debbano far passare almeno 60 minuti tra un cliente e quello successivo. A ciò si aggiunge il fatto che i servizi erogati non potrebbero essere concordati se la partenza del veicolo avviene da un luogo diverso rispetto alla rimessa.

Nel suo intervento Khosrowshahi fa notare che un tempo di attesa obbligatorio della durata di un'ora sarebbe più lungo del 1.100% se confrontato con quelli medi del resto d'Europa. A Madrid o Parigi, ad esempio, un utente aspetterebbe non più di 5 minuti, mentre a Roma dovrebbe aspettare ben 55 minuti anche se il servizio si trova ad un passo da lui.

Il CEO ha fatto notare inoltre come nel resto del mondo i tassisti e Uber hanno attivato delle collaborazioni traendo un reciproco beneficio dalla convivenza di diversi servizi di trasporto. A tal proposito egli ha fatto presente che con l'estate i turisti cominceranno ad arrivare in massa tra pochi mesi e che con la riforma potrebbe crerasi una nuova situzione di caos.