ChatGPT e cybersecurity: una minaccia o un alleato?

Kaspersky, società russa specializzata in soluzioni per la sicurezza informatica, ha confermato di voler tenere sotto stretta osservazione il chatbot ChatGPT per capire come la sua disponibilità al grande pubblico possa influire sul settore delle cybersecurity. In alcuni casi infatti, l'Intelligenza Artificiale di OpenAI potrebbe essere utilizzata anche per scopi malevoli.

ChatGPT è una piattaforma in grado di rispondere a qualsiasi richiesta utilizzando il linguaggio naturale, dato che il suo algortimo di Machine Learning è stato allenato attraverso la somministrazione di miliardi di testi presenti su Internet (come ad esempio i contenuti di Wikipedia) è in grado di generare output su qualsiasi argomento, compresi quelli scientifici.

Per Kaspersky, uno dei rischi derivanti dall'uso di questo chatbot potrebbe essere il suo impiego nella realizzazione di campagne di phishing. La credibilità dei messaggi prodotti, difficilmente distinguibili da quelli scritti da un essere umano, lo renderebbe poi uno strumento adatto allo spear phishing dove l'obbiettivo è quello di raggirare i destinatari per sottrarre informazioni sensibili.

ChatGPT potrebbe essere utilizzato anche per la creazione di malware, ad oggi però è abbastanza improbabile che questi ultimi possano rivelarsi più pericolosi rispetto a quelli realizzati da un programmatore in carne ed ossa. I sistemi di sicurezza attualmente disponibili dovrebbero essere comunque in grado di rilevarli e bloccarne il funzionamento.

Nello stesso modo, a breve o medio termine il chatbot potrebbe rivelarsi un prezioso alleato anche per chi opera nella cybersecurity, sostituendo gli essere umani nei task più semplici e ripetitivi. Grazie ad esso si potrebbero poi realizzare dei prodotti specializzati nella ricerca delle vulnerabilità e nel reverse engineering dei codici malevoli.