Copyright: le piattaforme non sono responsabili per la sola pubblicazione

Una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in favore di YouTube sottolineerebbe come le piattaforme online che pubblicano contenuti autoprodotti dai propri utenti non dovrebbero essere considerate responsabili in caso di violazioni delle leggi a tutela del Diritto d'Autore. Questo perché non sarebbero le piattaforme stesse a comunicare i contenuti condivisi illecitamente.

Per chiarire ulteriormente la propria posizione i giudici avrebbero ricordato che tale pronunciamento non libererebbe i servizi di streaming o i social network da eventuali accuse di favoreggiamento, un reato di questo genere potrebbe però configurarsi soltanto nel caso in cui i gestori non si limitino al fatto di rendere disponibile la propria piattaforma.

Per comprendere meglio il significato di questa interpretazione della normativa sul Copyright, basti pensare al caso in cui un servizio rilevi la presenza di materiale vincolato al Diritto d'Autore e non faccia nulla per rimuoverlo. Tale condotta potrebbe essere ricollegata al favoreggiamento di attività illecite e di conseguenza sanzionata.

Da questo punto di vista acquisirebbe un'importanza particolare la notifica al gestore della piattaforma da parte di chi ha subito un danno. Una volta ricevuta tale comunicazione i responsabili di un servizio dovranno procedere con la rimozione del contenuto segnalato, altrimenti sarebbe giustificato il ricorso alle vie legali in difesa del diritto che si reputa violato.

A pesare su questo tipo di controversie è comunque molto spesso il fattore tempo, si pensi ad esempio che la sentenza in oggetto riguarda una diatriba sulla pubblicazione di alcuni fotogrammi risalente al 2008. Stando così le cose risulta abbastanza chiaro che molti detentori di diritti potrebbero rinunciare alla possibilità di difenderli.