Google combatte le "bufale" con un algoritmo

Le "bufale" sono una delle più grandi piaghe delle Rete, soprattutto di questi tempi in cui le notizie circolano molto velocemente nei social network trovando credito spesso ingiustificato; ecco perché gli sviluppatori di Mountain View avrebbero deciso di intervenire a riguardo tramite un apposito algoritmo in grado di riconoscere i contenuti volutamente fasulli.

In sostanza si trattarebbe di un sistema prossimo all'integrazione nel motore di ricerca di Google, grazie al quale individuare in modalità praticamente automatica i siti Web che pubblicano "bufale" con l'intenzione di attrarre una maggior quantità di traffico; i controlli con esito positivo porteranno di conseguenza alla penalizzazione delle pagine sottoposte a verifica.

Quello che si cerca di combattere è nello specifico il fenomeno del clickbaiting, esso consiste in pratica nel pubblicare titoli, spesso accompagnati da porzioni di contenuti ad effetto, con l'intenzione di attirare l'attenzione dei navigatori e invogliarli a clickare sul link stesso; il tutto a discapito della qualità e dell'accuratezza delle fonti.

L'algoritmo dovrebbe riuscire a contrapporre il livello di sensazionalismo di un testo con la sua affidabilità; tale soluzione sarebbe per il momento ancora in fase sperimentale, ma i test effettuati fino ad ora avrebbero permesso di registrare un altissimo livello di precisione con un numero molto limitato di "falsi positivi".

Se tutto dovesse andare per il meglio, molto presto il Web dovrebbe essere molto più libero da teorie del complotto, soluzioni terapeutiche inaudite per patologie anche molto gravi, animali imbottigliati, calamari spiaggiati grandi quanto portaerei e musicisti con perversioni alimentari da setta satanica. La qualità dei contenuti in Rete non avrà che da guadagnarsi