Meta e Spotify contro le nuove policy di Apple

Meta, l'azienda fondata da Mark Zuckerberg a cui fanno capo Instagram, Facebook e WhatsApp, e Soptify, uno dei principali player mondiali nel mercato dello streaming audio, avrebbero generalmente accusato Apple di comportamento scorreto riguardo alle sue nuove regole sugli acquisti in-App. Divenute molto più restrittive rispetto al passato.

Entrambe le compagnie avrebbero lamentato un potenziale danno a causa dell'aggiornamento delle linee guida, Meta perché Cupertino prevede l'obbligo degli acquisti in-App per gli sviluppatori che utilizzano l'advertising sui social media per supportare i contenuti delle applicazioni, Spotify perché l'acquisto degli audiolibri tramite applicazione non è più possibile.

Apple si tratterrà il 30% su ogni transazione

Nel caso di Meta, all'azienda di Tim Cook e soci verrebbe rimporverato in particolare il fatto che, in passato, Apple aveva sostenuto che i proventi derivanti dalla pubblicità non sarebbero mai stati assoggettati al pagamento di una commissione. Il dietrofront non è stato quindi gradito in quanto parliamo di una percentuale del 30% su ciascuna transazione.

Attualmente l'applicazione per la gestione dell'advertising di Meta non presenta alcun annuncio pubblicitario al suo interno, il danno potrebbe essere però indiretto in quanto molti sviluppatori utilizzano proprio le piattaforme di Menlo Park per le sponsorizzazioni e l'obbligo degli acquisti in-App potrebbe semplicemente disincentivare gli investimenti.

Niente più link che portino l'utente ad acquisti esterni alla piattaforma

Per Spotify il problema risiede invece nell'impossibilità di inserire link ai suoi audiolibri all'interno dell'applicazione, fino ad ora ciò era possibile e la compagnia trattava questo tipo di prodotto esternamente all'App Store grazie ad un collegamento cliccabile dall'utente. Con le nuove regole non si potranno aggiungere né link né pulsanti per compravendite da completarsi esternamente.