Meta taglia i costi e forse anche i dipendenti

Meta, il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg, non starebbe attraversando il periodo migliore della sua storia. Il suo metaverso impiegherà anni prima di svilupparsi pienamente, anche per via di alcuni limiti tecnologici che sono ancora presenti, e il business dell'advertising, per ora alla base delle maggiori entrate aziendali, non riuscirebbe più a performare come in passato.

Per questo motivo, almeno stando alle indiscrezioni recentemente pubblicate dal Wall Street Journal, la compagnia starebbe programmando di ridurre i propri costi di esercizio del 10% nei prossimi mesi. A livello pratico tale strategia potrebbe tradursi in minori spese, e forse minori investimenti, meno assunzioni e forse tagli al personale.

In parte i primi effetti di questo tentativo di ottimizzazione si sarebbero già fatti sentire, ciò perché la società avrebbe già provveduto a riorganizzare alcune divisioni eliminando delle posizioni ritenute non essenziali. Chi occupava queste ultime sarebbe stato invitato a "ricandidarsi" per accedere ad incarichi differenti e rimanere comunque un dipendente del gruppo.

A tal proposito è possibile citare il destino del reparto chiamato "Responsible Innovation" e incaricato di identificare le possibili implicazioni etiche del lancio di nuovi prodotti su Facebook, Instagram, WhatsApp e altre piattaforme del gruppo comprese quelle hardware. Evidentemente la sua esistenza comportava una spesa troppo elevata per i risultati ottenuti.

Meta non sarebbe comunque l'unica Big Tech a puntare sulla massimizzazione della produttività dei dipendenti. Alphabet, il conglomerato finanziario di cui fa parte Google, ha richiesto per esempio ad alcuni collaboratori di presentare domanda per dei nuovi incarichi, diversamente la loro presenza in azienda potrebbe essere messa in discussione.