I numeri, e i problemi, del Cashback di Natale

Sono consultabili da alcune ore i risultati del cosiddetto "Cashback di Natale", iniziativa valida per il mese di dicembre 2020 durante la quale gli aderenti, a patto di eseguire almeno 10 operazioni tramite sistemi cashless, potevano vedersi riconosciuto il 10% di rimborso sulle spese fino ad un massimo di 15 euro per singola transazione e per un ammontare complessivo non superiore ai 150 euro.

Stando ai dati oggi disponibili, questa iniziativa dovrebbe portare alla redistribuzione di circa 222 milioni di euro da dividere tra 3.2 milioni di partecipanti con una media di 69 euro ciascuno. Di questi soltanto il 3.1% (quindi poco più di 100 mila unità) sarebbe riuscito a maturare i 150 euro stabiliti come tetto massimo per i rimborsi.

Il Cashback di Natale non ha raggiunto i numeri attesi nel mese di Dicembre

Una percentuale così risicata potrebbe essere attribuita al fatto che milioni di Italiani tendono ancora a privilegiare il contante, ma si ricordi che il Cashback di Natale, così come tutti i Cashback di Stato che avranno luogo nel corso dei prossimi 3 semestri con un limite minimo di 50 operazioni ogni 6 mesi, non considerano validi gli acquisti aziendali e quelli effettuati online.

A ciò si aggiungano alcune problematiche emerse a carico del sistema utilizzato per la gestione del programma: non tutte le tipologie di carte di pagamento sarebbero state accettate, impedendo così il conteggio dei pagamenti veicolati attraverso di esse, non tutti gli operatori dei POS sarebbero stati convenzionati con l'iniziative e vi sarebbero state diverse segnalazioni di pagamenti contactless non inclusi nel cumulo.

Vale inoltre la pena di segnalare che stando ai numeri comunicati gli utenti attivi sul network del Cashback di Natale sarebbero dovuti essere 5.8 milioni, una cifra ben superiore rispetto ai 3.2 milioni precedentemente citati. I numeri di gennaio parlerebbero invece di 6.2 milioni di utenti attivi con circa 10.6 milioni di carte per il pagamento registrate.