Siria: la repressione corre su Facebook

Le autorità siriane, impegnate in questi giorni a sedare una rivolta contro il popolo che chiede maggior rispetto dei diritti civili e democrazia, sembra aver imparato bene la lezione: i social network sono oggi un mezzo fondamentale per il successo dei movimenti popolari.

Questo semplice dato di fatto avrebbe portato ad una strategia repressiva molto particolare, infatti, ai rivoltosi arrestati verrebbero sottratte con la forza le credenziali per l'accesso a Facebook in modo da trasformare i loro profili in strumenti di propaganda per le autorità.

L'iniziativa mirata a screditare i dissidenti potrebbe comunque non essere destinata ad avere successo, parallelamente alle improvvise "conversioni" digitali dei rivoltosi vi sarebbe, infatti, una decisa opera di contro-informazione al fine di rendere note a tutti le intenzioni del regime di Bashar al-Assad.

Un'ulteriore conferma del fatto che gli strumenti per lo scambio di dati stanno assumendo un ruolo sempre più importante nell'opposizione ai governi oppressivi si evince dalla scelta delle autorità di Damasco di bloccare la Rete 3G per impedire il caricamento in Rete dei filmati.