La vera identità dei "pirati digitali"

Secondo una recente rilevazione svolta da GfK Group, i più assidui frequentatori dei canali di file sharing sarebbero tutt'altro che dei semplici scrocconi dediti a scaricare illecitamente contenuti coperti da diritto d'autore; dallo studio emergerebbe, infatti, un ritratto dei "pirati" molto diverso rispetto a quello dipinto dalle majors.

Innanzitutto, proprio tra di essi vi sarebbero i maggiori acquirenti di contenuti digitali distribuiti legalmente e spesso a caro prezzo, i "pirati" avrebbero quindi una forte propensione a sborsare soldi per comprare DVD e Blu-Ray commercializzati dalle stesse case cinematografiche e discografiche dedite a dar loro la caccia.

Ma non basta, gli utilizzatori dei programmi per il P2P sarebbero nello stesso tempo anche tra i frequentatori più assidui delle sale cinematografiche nel corso dei fine settimana, cioè quando i biglietti per accedere alle proiezioni sono più cari.

I risultati della rilevazione di GfK non sono stati pubblicati di certo per giustificare gli atti di pirateria informatica, ma servono comunque per comprendere che la realtà potrebbe essere molto più articolata di quanto non vogliano far credere le politiche improntate unicamente alla repressione.