YouTube: gli Shorts sono monetizzabili

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YouTube: gli Shorts sono monetizzabili © Pixabay

Il Programma Partner di YouTube permette ora ai creator di monetizzare tramite gli Shorts, il formato basato su brevissime clip video con il quale la piattaforma di proprietà di Mountain View ha deciso di confrontarsi con la concorrente TikTok sullo stesso terreno che ne ha decretato velocemente il successo a livello mondiale.

Come confermato dai portavoce della piattaforma, questa nuova forma di monetizzazione basata sul revenute sharing sarà disponibile a partire dal 1° febbraio 2023. I guadagni, sia per la piattaforma che per gli utenti, deriveranno dagli annunci pubblicitari mostrati nel corso della visualizzazione ma per poterli ricevere si dovranno rispettare alcune regole.

Verranno quindi esclusi dalla condivisione dei ricavi tutti i contenuti che presentano immagini esplicite di sesso o violenza, utilizzo di linguaggio inappropriato, azioni dannose o pericolose, incitamento all'odio, immagini scioccanti o disturbanti così come spezzoni di trasmissioni televisive che non siano stati in alcun modo modificati.

Nello stesso modo non si ricaverà alcun introito dai click ottenuti tramite sistemi automatici o visualizzazioni effettuate attraverso l'uso di bot. Queste linee guida sono particolarmente importanti perché i creator dovranno accettarne i termini, così come gli altri contenuti nel contratto di partnership, entro e non oltre il 10 luglio 2023.

Gli Shorts sono comparsi per la prima volta su YouTube nel luglio dello scorso anno dopo un periodo di sperimentazione effettuato in India nel 2020. Il loro successo è stato forse superiore a quanto si aspettavano gli stessi responsabili del servizio in quanto giànel gennaio del 2022 le visualizzazioni registrate ammontavano ad oltre 5 mila miliardi.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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