180 miliardi di PIL dalla banda ultra larga

Il report intitolato "Lo sviluppo della banda ultra larga in Italia. Prospettive, assetti organizzativi e linee d'azione" condotto per Tim da The European House – Ambrosetti, stima in oltre 180 miliardi di euro la crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) italiano entro il 2030 grazie all'estensione delle reti per la connessione in banda ultralarga.

Nello specifico lo studio prevede un incremento pari a 96.5 miliardi di euro nel quinquennio compreso tra il 2020 e il 2025 e di 180.5 miliardi di euro tra il 2025 e il 2030. Tali effetti benefici dovrebbero essere la diretta conseguenza di un aumento della copertura, di connessioni nettamente più veloci e di un maggior numero di abbonamenti.

La necessità di una politica statale di sostegno agli investimenti in infrastrutture e TLC in Italia

Ad oggi il tasso di penetrazione della banda ultra larga nella Penisola supera di poco il 30%, molto più basso rispetto alla media del resto dei Paesi europei. Per questo motivo il report pone l'accento sull'importanza degli investimenti e di conseguenza di un sostegno istituzionale concreto agli interventi degli operatori sulle infrastrutture.

A tal proposito è utile citare i casi di alcune realtà come la Spagna e il Portogallo dove le politiche mirate a rendere più convenienti gli investimenti operati dalla Telco hanno portato, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2019, a un incremento delle sottoscrizioni per la banda ultra larga pari al 44.2 tra gli Spagnoli e di 37.7 fra i Portoghesi.

In Italia è però ancora da sciogliere il nodo relativo all'implementazione di una rete unica per le TLC, un progetto particolarmente ambizioso che dovrebbe garantire un forte risparmio ai provider ma che per essere realizzato dovrà vedere la partecipazione della CDP (Cassa Depositi e Prestiti) chiamata anche a svolgere un ruolo di coordinamento.