Il 26% dei giovani italiani visualizza contenuti piratati

L'EUIPO (European Union Intellectual Property Office) ha pubblicato un report sulla diffusione della pirateria digitale nell'ambito dell'Unione Europea sfatando in parte la tesi secondo cui la diffusione dei servizi di streaming online rappresenti un disincentivo alla fruizione illegale di contenuti audio e video protetti da diritto d'autore.

Per quanto riguarda l'Italia, scopriamo che ad oggi oltre 1/4 dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni consumerebbero contenuti piratati, la percentuale passerebbe dai 26 ai 22 punti spostandosi nelle fascia trai i 24 e i 34 anni per poi declinare progressivamente mano a mano che il campione analizzato diventa anagraficamente più maturo.

Ad oggi l'11% dei nostri connazionali affermerebbe di aver acquistato in modo consapevole contenuti piratati, questo nonostante il fatto che per il 90% degli Italiani tale comportamento dovrebbe essere considerato non etico. In ogni caso il dato della Penisola risulterebbe migliore di quello della media europea con il 13% di utenti che parteciperebbe al mercato della pirateria.

Non sorprende il fatto che ancora oggi i contenuti piratati maggiormente diffusi sono quelli legati alla trasmissione di eventi sportivi, con il Calcio in cima alle preferenze. Nello stesso modo non stupisce che nella maggior parte dei casi questi ultimi vengano fruiti (e pagati) perché disponibili ad un prezzo più vantaggioso di quelli venduti legalmente.

è molto probabile che le percentuali esposte siano anche considerevolmente sottostimate, questo perché non tutti sono disposti ad ammettere comportamenti illegali o non etici nel corso di un sondaggio. Attualmente il Paese UE in cui la pirateria è più praticata sarebbe la Bulgaria seguita da Spagna e IIrlanda, i più virtuosi sarebbero invece i consumatori finlandesi.