Associazioni dei consumatori contro la maggiorazione dell'ecquo compenso

L'introduzione di un ecquo compenso maggiorato sui dispositivi dotati di memoria (dalle chiavette USB agli smartphone, dai DVD Rom ai tablet) potrebbe incrementare pesantemente il prezzo di numerosi prodotti ad alto contenuto tecnologico.

Per questo motivo le associazioni per la difesa dei consumatori sarebbero già sul piede di guerra, a rendere più grave la situazione vi sarebbe il fatto che i device destinati ad un aumento di prezzo sarebbero già gravati dall'ultimo aumento dell'IVA, imposta passata alcuni mesi fa dal 21 al 22%.

L'incremento previsto, in alcuni casi di pesante entità, avrebbe creato un allarme tale da costringere il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Massimo Bray ad intervenire, dichiarando di aver avviato una collaborazione con le associazioni per la ricerca di una soluzione condivisa.

La maggiorazione dell'ecquo compenso è dovuta in parte alle pressioni della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e in parte al fatto che la normativa europea che regola tale imposta prevede un rinnovo su base triennale, l'ultima revisione risale infatti al 2009.