C'è un baco nell'algoritmo di Bitcoin

Bitcoin, la nota moneta virtuale coniata sul Web, sta rapidamente acquistando fama, utilizzatori, valore e quindi diffusione; ma essa si basa su un algoritmo, e come tutti i software non sarebbe esente dalla presenza di vulnerabilità anche preoccuppanti.

"Majority is not Enough: Bitcoin Mining is Vulnerable" è il titolo di uno studio mirato a stabilire quanto l'eventuale coalizione tra investitori (anche se solo di una minoranza di essi) potrebbe influire negativamente sul funzionamento dell'algoritmo della valuta gettando sull'astrico molti altri miners.

Bitcoin funziona sulla base di un blockchain, cioè di un registro pubblico delle transazioni, ma cosa succederebbe nel caso in cui degli investitori creassero un blockchain privato e lo rendessero improvvisamente noto per influenzare l'andamento generale degli scambi?

Ameno in teoria, uno o più miners in grado di influenzare un terzo delle transazioni potrebbe alterare pesantemente gli indici generali che regolano le quotazioni di Bitcoin; per cui l'unica soluzione potrebbe essere quella di correggere verso l'alto il valore dei blockchain privati che desiderano divenire pubblici.