Facebook e Cambridge Analytica: il mea culpa di Zuckerberg

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Mark Zuckerberg, finalmente, ha parlato. In molti infatti avevano criticato il suo prolungato silenzio riguardo allo scandalo che vede coinvolte Facebook e la società Cambridge Analytica. Una vicenda in cui i dati del social network più grande della Rete sarebbero stati utilizzati indebitamente per influenzare le decisioni elettorali degli utenti.

Nel corso della sua dichiarazione il fondatore del Sito in Blue ha sostanzialmente confermato quanto accaduto e se n'è preso le responsabilità. Nel contempo ha voluto sottolineare come le informazioni oggetto della diatriba potrebbero essere ancora utilizzate per alterare l'esito dei prossimi appuntamenti elettorali di diversi Paesi.

Zuckerberg ha poi annunciato l'inizio di un'indagine interna volta a capire quali applicazioni abbiano acquisito dati prima che venissero comunicate le policy introdotte dalla piattaforma nel corso del 2014, quando Facebook decise di restringere notevolemente le possibilità di accesso alle informazioni degli iscritti da parte di aziende di terze parti.

Tra le altre iniziative programmate da Menlo Park vi sarebbe anche quella di limitare la quantità di informazioni disponibili a chi utilizza il meccanismo del Facebook Login sui propri servizi online, sistema al centro dello scandalo in atto. Prevista anche la cancellazione dei dati raccolti da applicazioni che un utente non utilizza più da almeno 3 mesi.

Zuckerberg ha poi assicurato che grazie alle nuove regole per la creazione delle App quanto avvenuto con Cambridge Analytica non potrà più ripetersi. Intanto però il CEO di Facebook dovrà confrontarsi con diverse conseguenze della vicenda, tra cui una Class Action che potrebbe coinvolgere fino a 50 milioni di utenti.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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