GDPR: il bilancio del primo anno

Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione Europea, e la commissaria Vera Jourová hanno presentato un bilancio del GDPR (General Data Protection Regulation) ad un anno di distanza dalla sua introduzione. Ad oggi esso avrabbe trovato applicazione nella maggior parte degli stati membri e il board europeo avrebbe già gestito oltre 500 casi transfrontalieri.

Se da una parte il Regolamento ora in vigore avrebbe portato la maggior parte delle aziende operanti nel Vecchio Continente ad impegnarsi ed investire per garantire la massima conformità possibile ai suoi dettami, dall'altra gli utenti, pur più consapevoli rispetto al passato dei diritti legati alla tutela della privacy, risulterebbero ancora poco informati.

Soltanto 1/5 dei cittadini europei saprebbe infatti a quale Authority rivolgersi in caso di violazioni, per questo motivo i componenti della commissione avrebbero promosso una campagna di sensibilizzazione che aiuti gli utenti a comprendere quali strumenti hanno a disposizione e quali pratiche adottare per tutelare al meglio i propri dati personali.

Come sottolineato dai commissari, il GDPR è stato concepito per adattarsi all'evoluzione delle tecnologie, ragion per cui esso verrà periodicamente aggiornato. Le prossime modifiche verranno apportate nel corso del 2020 e durante questo passaggio le imprese verranno dotate di soluzioni (come per esempio dei contratti standard) che semplifichino le attività mirate alla compliance.

Attualmente tra i 28 (a breve 27) stati membri dell'Unione soltanto la Grecia, il Portogallo e la Slovenia avrebbero mancato di aggiornare le proprie normative per garantire l'entrata in vigore del GDPR entro i propri confini. La Commissione auspica che queste lacune vengano colmate per permettere che in futuro siano sempre più possibili indagini congiunte tra nazioni.