Una goccia nel mare del Big Data

Con l'enorme diffusione dei dispositivi mobili il traffico dati in Rete è aumentato in modo quasi incalcolabile, tanto che ad oggi si stima che soltanto lo 0,5% di questa grande mole di informazioni venga effettivamente analizzata; il resto si perderebbe in un infinito limbo digitale.

Una recente ricerca condotta dagli esperti di EMC avrebbe evidenziato come ogni giorno verrebbe generata una quantità di dati pari a circa 70 volte il contenuto della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti; entro il 2020 si dovrebbe raggiungere un traffico pari a 40 zettabyte (40 mila miliardi di Gb).

Se non verranno approntati nuovi metodi e introdotte nuove tecnologie per la gestione, lo studio e la comprensione del flusso di dati (Data Mining), le aziende perderanno un inestimabile fonte di informazioni. Attualmente il fenomeno del Big Data (termine col quale si identifica una enorme mole di dati, composita e che si evolve velocemente) si presenterebbe come scoraggiante perché troppo imponente e complesso per giustificare investimenti mirati ad un suo studio.

Accadrebbe così che circa il 21% delle aziende avrebbe già previsto di non attingere al Big Data, mentre il 38% sarebbe semplicemente propenso ad ignorarlo perché ritenuto ingestibile; un vero peccato, soprattutto se si considera che il traffico proveniente dai paesi in via di sviluppo rappresenta il modo migliore per monitorare i trend delle economie emergenti.