Le imprese italiane sono digitalmente immature

Ad oggi in Italia l'88% dei titolari e manager di piccole e medie imprese sarebbero pienamente consapevoli dei vantaggi competitivi portati da una maggiore digitalizzazione dei processi di business, nonostante ciò soltanto il 26% di esse potrebbero essere definite "mature" dal punto di vista digitale e quindi competitive sul mercato internazionale.

E' quanto emergerebbe da uno studio dedicato alla Digital Transformation in ambito aziendale effettuato dall'Osservatorio Innovazione digitale nelle PMI del Politecnico di Milano. La ricerca, presentata durante la XIV edizione della Fiera Internazionale A&T – Automation & Testing di Torino, ha preso in esame un campione di circa 1.500 imprese per il 2019.

Nelle loro conclusioni i ricercatori parlerebbero in particolare di una scarsa volontà di innovazione da parte degli operatori economici, proprio per questo motivo si prevede che nel corso del 2020 gli investimenti in tecnologie innovative da parte delle PMI non aumenteranno ed è addirittura possibile che si registri una contrazione delle spese per la digitalizzazione.

Il 27% degli intervistati avrebbe definito troppo elevati i costi necessari per l'accesso alle tecnologie abilitanti, il 24% testimonierebbe una sostanziale mancanza di competenze dgitali all'interno del proprio organigramma, mentre nell'11% dei casi lo scarso supporto istituzionale sarebbe stato additato come un freno ai progetti di digitalizzazione.

Quest'ultimo punto si rivela particolarmente interessante perché in generale vi sarebbe un conoscenza poco diffusa degli strumenti offerti a sostegno dell'innovazione in azienda, basti pensare che il 68% degli imprenditori avrebbe ammesso di non sapere che il MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha fornito dei voucher appositamente dedicati alle spese in consulenze e dotazioni per la digitalizzazione.