L'Europa chiede pene più severe per il cyber crimine

La LIBE, cioè la commissione del Parlamento Europeo per le libertà civili, ha recentemente approvato a larga maggioranza il testo di un disegno legislativo volto ad inasprire le pene previste per la repressione dei reati informatici, ivi comprese le semplici incursioni da parte di hacker.

La proposta prevede un minimo di 5 anni di reclusione a carico dei responsabili di attacchi informatici rivolti contro infrastrutture critiche e obiettivi sensibili come per esempio network istituzionali, centrali per la produzione energetica e sistemi per la gestione dei trasporti.

3 anni di reclusione sarebbero invece previsti per reati come per esempio la creazione di Botnet o azioni volte ad attacchi di tipo DDoS (Distributed Denial of Service); il tutto per ostacolare un fenomeno che, ad oggi, sarebbe alla base di una perdita pari a 12 miliardi di euro l'anno.

Il disegno di legge approvato dal LIBE non sarebbe stato accolto unicamente da consensi, questo perché tenderebbe ad assimilare in modo estremamente severo reati protratti con finalità di lucro e azioni di hacking che non nascondono intenti malevoli.