I numeri della pirateria sono "gonfiati"?

Le case discografiche e le major cinematografiche lanciano da sempre i loro strali contro la pirateria digitale proponendo numeri riguardanti perdite industriali devastanti a sette zeri; questi numeri sono attendibili o sono "gonfiati" ad arte per la semplice esigenza di tutelare interessi commerciali?

Di recente alcuni esperti del settore sono stati chiamati a conferire davanti alla Commissione del Commercio Internazionale del Governo degli Stati Uniti, secondo il loro parere i criteri utilizzati fino ad ora per stabilire l'entità dei danni sarebbero da rivedere.

Uno dei criteri più criticati è stato quello relativo al calcolo degli invenduti a causa della pirateria; secondo l'industria ad ogni copia piratata corrisponderebbe un invenduto, un argomento le cui ragioni sarebbero tutte da dimostrare.

Un utente che masterizza un DVD spendendo pochi centesimi o che lo acquista (compiendo un reato) sul mercato della pirateria, sarebbe disposto a spendere molto di più se fossero disponibili soltanto copie originali?