OpenAI migliora la memoria di ChatGPT

ChatGPT, il chatbot basato sul modello generativo GPT di OpenAI, e in grado di ricordare i dettagli di una conversazione all'interno della medesima sessione di lavoro ma non presenta la stessa capacità quando si deve passare da una sessione all'altra. Il gruppo capitanato da Sam Altman ha quindi deciso di migliorare la propria piattaforma dotandola di una memoria più performante.

L`LLM (Large Language Model) del gruppo presenta già una sorta di memoria di lungo periodo in quanto i dati utilizzati per il training continuano ad essere disponibili per il sistema anche dopo l'addestramento. A dover essere perfezionata è invece quella relativa al contesto di un'interazione, in modo che le informazioni raccolte siano disponibili nelle interazioni successive.

Per far questo sarebbe già in atto una fase di test per ora limitata ad un ristretto campione di utenti. A livello pratico OpenAI avrebbe implementato una soluzione simile a quella già in uso per le istruzioni personalizzate che dovrebbe permettere di inserire nelle conversazioni dei riferimenti riutilizzabili in nuove sessioni. In sostanza si potrà indirizzare non solo il comportamento del chatbot ma anche la sua memoria.

Tale novità dovrebbe risultare ideale quando si utilizzano le versioni Team ed Enterprise di ChatGPT, quelle in abbonamento indirizzate ad un'utenza professionale, perché quando si sviluppano progetti in ambito collaborativo è particolarmente utile disporre di un servizio che sia in grado di ricordare le conversazioni tenute da tutti i componenti di un gruppo nel corso del tempo.

Fornendo le prime anticipazioni riguardo a questa feature, OpenAI ha sottolineato che tale opzione potrà essere disabilitata. Questo per garantire un maggior livello di riservatezza a chi comunica dati sensibili nelle interazioni con ChatGPT. Informazioni ricordate più lungo si traducono infatti in un maggior numero di dati potenzialmente violabili durante un attacco.