Pirateria: la colpa non è del provider

La FAPAV (Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva italiana), aveva chiesto a Telecom di occuparsi attivamente del controllo sulla pirateria digitale e che mettesse a disposizione i dati dei condivisori di contenuti illeciti; la richiesta comprendeva anche il blocco totale di siti dedicati a P2P e streaming illeciti.

In pratica la FAPAV aveva cercato di velocizzare il suo lavoro scaricando parte delle responsabilità relative al monitoraggio del file sharing su provider di connettività, evitando il passaggio relativo alle autorizzazioni da parte dei tribunali.

Il giudice non ha però risposto nel modo previsto, anzi, ha sottolineato che soltanto un tribunale può richiedere i dati personali degli utenti ai provider e solo su richiesta di un giudice questi sono obbligarli a metterli a disposizione per eventuali indagini.

La decisione del giudice libera i provider da alcune responsabilità tra cui per esempio quella di informare gli utenti nel caso in cui si rendano protagonisti di atti illeciti e siano stati identificati.