La talpa di Wikileaks rischia 136 anni di carcere

Il nome di Bradley Manning, militare americano nonché analista delle forze armate statunitensi, è salito agli onori delle cronache in seguito all'esplosione dello scandalo "Cablegate" che vide Wikileaks pubblicare alcuni documenti segreti in possesso del governo USA.

In pratica, Manning si sarebbe reso colpevole di aver ceduto a Julian Assange e soci migliaia di cablogrammi "classificati" poi diffusi in Rete, per questo motivo attualmente egli rischierebbe una condanna che potrebbe arrivare fino ai 136 anni di detenzione in carcere.

Processato da una corte marziale presso la base militare di Fort Meade nello stato del Maryland, nelle scorse ore il soldato ha visto confermare ben 19 dei 22 capi d'accusa che pendevano sulla sua testa; fortunatamente per lui, il rischio della pena capitale dovrebbe essere stato scongiurato.

Di sicuro Manning non verrà condannato per "collaborazione con il nemico", la contestazione più grave che gli veniva rivolta dalla procura militare, ma dovrà comunque rispondere dell'accusa di spionaggio che negli USA è considerata gravissima, in particolare per un soldato.