UE e Facebook: sì allo scorporo, ma solo se necessario

Il Commissario per la concorrenza della Commissione europea Margrethe Vestager è recentemente intervenuta riguardo all'ipotesi di scorporo di Facebook, azienda statunitense divenuta con il tempo sempre più presente a livello mondiale, tanto da gestire i dati personali di oltre 2 miliardi di utenti. Andiamo forse verso lo "spezzatino" della creatura di Mark Zuckerberg?

A questo proposito la Vestager è stata particolarmente chiara: allo stato attuale quella dello scorporo non sarebbe una possibilità da escludere, ma andrebbe considerata come extrema ratio. Una procedura del genere richiederebbe infatti anni per essere completata, inoltre diversi ipotetici vantaggi potrebbero venire vanificati dai passaggi legali e giudiziari che ne caratterizzerebbero l'iter.

Il Commissario ha chiaramente preso spunto dalle recenti dichiarazioni del cofondatore di Menlo Park, Chris Hughes, che ha sostenuto la necessità di dividere la piattaforma in realtà più piccole e maggiormente controllabili. Tale posizione è stata poi ribadita per finalità elettorali da alcuni candidati democratici durante la campagna per le primarie in vista delle Presidenziali USA del 2020.

A parere della Vestager uno scorporo impegnerebbe tutte le parti coinvolte in almeno una decina di anni di scontri in tribunale, per evitare un'evenienza del genere potrebbe rivelarsi più congeniale obbligare Facebook a mettere a disposizione i dati raccolti nel corso della sua attività. In questo modo un'azione costante di controllo impedirebbe almeno teoricamente il verificarsi di eventuali abusi.

Come osservato da alcuni analisiti, un'ipotetica divisione della compagnia in realtà separate (Facebook, Instagram, WhatsApp..) non risolverebbbe gran parte dei problemi connessi alla tutela della privacy, all'hate speech e alle fake news, questo perché si tratta di fenomeni che non sono necessariamente correlati alle dimensioni del servizio.