Web Tax: gli stati trovano un compromesso

L'accordo internazionale per la cosiddetta Web Tax sembrerebbe ormai prossimo al traguardo, anche gli stati inizialmente più restii alla sua approvazione come Irlanda, Estonia e Ungheria avrebbero espresso infatti parere positivo sposando le posizioni del G20 dopo un lungo confronto in seno all'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

Stando così le cose, ben 136 nazioni dovrebbero applicare una nuova aliquota fiscale a tutte quelle multinazionali che saranno in grado di generare un fatturato superiore ai 750 milioni di euro nel corso di un anno, tra queste ultime troviamo anche diverse realtà dell'high tech come per esempio Apple, Google, Facebook e Microsoft.

L'aliquota massima per le Big Companies non dovrà superare il 15%

La posizione comune tra tutte le istituzioni coinvolte sarebbe stato raggiunta anche grazie ad una modifica sostanziale dell'aliquota massima per le società coinvolte, la formulazione iniziale prevedeva infatti che essa dovesse essere di almeno il 15% mentre ora non dovrà superare tale quota scongiurando l'eventualità di incrementi futuri.

Ad essere convinti che l'accordo non dovesse presentare ambiguità erano in particolare Paesi come l'Irlanda che fino ad ora hanno offerto condizioni fiscali estremamente vantaggiose alle multinazionali che decidono di aprire la propria sede legale all'interno dei loro confini nazionali. Il timore era quello di dover fronteggiare la "fuga" di diversi grandi operatori di mercato.

Tra i governi a favore della possibilità di un'aliquota più elevata vi era invece quello degli Stati Uniti il cui segretario al Tesoro Janet Yellen ha più volte sottolineato come i proventi derivanti dalla tassazione potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo di progetti dedicati alla formazione e all'urbanistica di cui beneficerebbero anche le grandi aziende.