Il WGA non è uno spyware, lo dice il giudice

Nel settembre dell'anno passato è stata intentata una causa contro la Microsoft presso il tribunale di Washington, l'accusa era quella di violazione della privacy degli utilizzatori di sistemi Windows tramite i meccanismo del WGA (Windows Genuine Advanage).

Secondo la parte offesa, il WGA sarebbe stato fatto passare da Redmond come un aggiornamento importante obbligando gli utenti a mettere a disposizione della software house il proprio IP; il sistema per il controllo dell'autenticità dei programmi Microsoft avrebbe quindi violato la loro privacy.

Ma il giudice tribunale non ha trasformato le accuse in un reato da punire, la archiviazione, comunicata di recente, ha sottolineato il fatto che l'indirizzo IP non può essere considerato un dato personale, esso infatti si riferisce ad una macchina in Rete senza fornire informazioni su chi la sta utilzzando.

Non è la prima volta che il WGA viene messo sotto accusa per violazione della privacy; il maccanismo era stato oggetto di una diatriba legale già nel 2006 presso il tribunale di Seattle; anche in quel caso l'archviazione diede ragione a Redmond contro l'accusa di intercettare dati personali.