App per bambini e advertising: quali i rischi?

Un articolo pubblicato nei giorni scorsi sulle pagine del Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics evidenzierebbe come la gran parte delle applicazioni mobile destinate ai bambini di età scolare e prescolare, ivi compresi i mobile games, conterrebbe advertising destinato a stimolare il desiderio di acquistare un prodotto o codice per la raccolta di dati personali.

Per la conduzione della ricerca sarebbero state analizzate ben 135 applicazioni disponibili sia per iOS che per Android, fra queste ultime vi sarebbero anche i 5 titoli più popolari tra quelli inseriti dal Play Store nella categoria "5 anni o meno". Lo studio avrebbe poi riguardato sia soluzioni a pagamento che scaricabili gratuitamente.

Stando ai dati esposti, praticamente tutte le App gratuite conterrebbero advertising, mentre la percentuale scenderebbe di poco nel caso di quelle a pagamento, assestandosi sugli 88 punti. Una realtà che negli USA avrebbe spinto l'associazione Campaign for a Commercial-Free Childhood a richiedere un intervento normativo da parte della FTC (Federal Trade Commission).

Il settore apparirebbe infatti particolarmente deregolamentato e a limitare il raggio di azione degli sviluppatori vi sarebbero al momento le sole policy imposte dai market place. Su iOS è per esempio vietata la pubblicazione di titoli contenenti advertising nella categoria "Kids", mentre le specifiche Designed for Families di Google pongono dei paletti per evitare il bombardamento pubblicitario a danno dei più piccoli.

Esattamente come nel caso delle applicazioni destinati ad un pubblico più adulto, anche quelle indirizzate ai bambini verrebbero proposte nei modi più svariati, a partire dati classici banner e dalle finestre pop-up, fino ai consigli per gli acquisti in-App che non di rado sarebbero implementati per apparire parte integrante di una UX o di un gameplay.