Berlusconi vuole regole comuni per il Web

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Berlusconi vuole regole comuni per il Web © Pixabay

Mentre le aziende annunciano migliaia di licenziamenti e i pensionati fanno la fila ai CAF per 40 Euro al mese, il Governo ha deciso di occuparsi di un "annoso" problema che da tempo disturba il sono di milioni di Italiani: la regolamentazione del Web a livello internazionale.

L'Opposizione distratta dal possibile aumento dell'IVA per le PayTv al 20%, quasi che gli sgravi fiscali per Rupert Murdoch fossero un diritto civile, non ha reagito in alcun modo al recente annuncio del premier che desidera proporre "regole uniche" per Internet durante il prossimo vertice del G8 di Gennaio.

Al momento non è dato sapere quali siano le regole auspicate dal Presidente dei Consiglio, non si capisce neanche perché queste dovrebbero essere "uniche" in un settore che fa della differenza il suo punto di forza. Dopo il maestro unico avremo anche regole uniche per il Web?

C'è da augurarsi che la politica non pretenda di regolamentare un settore che conosce molto poco (o forse proprio NON conosce) al solo fine di comprimere una qualche libertà (come proposto dal recente disegno di legge Levi). Internet non appartiene al "vecchio mondo", Internet è una realta nuova che, prima di essere regolamentata, dovrebbe essere appresa, studiata e compresa.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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