Chrome: una class action contro la modalità in incognito

  • Facebook
  • Twitter
  • Linkedin
  • Email
  • CommentaScrivi un commento
  • ForumDiscuti sul forum
  • PrecedenteE-commerce: Mobile Commerce a quota 51% in Italia
  • Successivo Garante: un contest per semplificare l'informativa sulla privacy
Chrome: una class action contro la modalità in incognito © Pixabay

La giudice della United States District Court for the Northern District of California Lucy Koh avrebbe deciso che la class action intentata da alcuni utenti contro Google e riguardante la modalità di navigazione in incognito del browser Web Chrome dovrà continuare, i tentativi di Big G che avrebbe voluto risolvere la questione in sede extragiudiziale sarebbero andati quindi a vuoto.

Nello specifico l'applicazione per la navigazione su Internet più utilizzata al Mondo sarebbe stata accusata di tracciare i dati anche quando si seleziona l'opzione "Nuova finestra per la navigazione in incognito", in sostanza l'azienda di Mountain View prometterebbe un livello di tutela della privacy che in realtà non sarebbe in grado di garantire.

La modalità di navigazione in incognito ha la caratteristica di non salvare le informazioni (cronologia, cache, cookie..) della sessione online affrontata, il suo scopo è quello di non conservare alcuna traccia che potrebbe essere visualizzata da altri che utilizzano la medesima installazione di Chrome di chi ha scelto questa impostazione.

A parere di coloro che avrebbero mosso l'azione legale contro la compagnia negli Stati Uniti, quest'ultima non avrebbe informato adeguatamente gli utenti riguardo al fatto che i dati di navigazione potrebbero essere comunque accessibili da altri soggetti, per questo motivo il risarcimento richiesto sarebbe stato pari a ben 5 miliardi di dollari.

In realtà il disclaimer della navigazione in incognito di Chrome specifica chiaramente che anche avvalendosi di tale modalità le attività svolte potrebbero essere visibili ai siti Internet visitati, al datore di lavoro o alla scuola frequentata così come al proprio ISP (Internet Service Provider), questo perché di per sé il browser non opera da VPN (Virtual Private Network).

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

Non perderti nessuna news!

I commenti degli utenti

I commenti sono liberi: non è necessario iscriversi per poter commentare su questa pagina. Tutti i commenti, tuttavia, sottoposti alle linee guida di moderazione e prima di essere visibili devono essere approvati da un moderatore.

Oppure leggi i commenti degli altri utenti