Confindustria Digitale contro il compenso per copia privata

  • Facebook
  • Twitter
  • Linkedin
  • Email
Confindustria Digitale contro il compenso per copia privata © Depositphotos

Confindustria Digitale ha richiesto al Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) di bloccare il decreto sul compenso per copia privata attualmente in fase di consultazione. Mantenere in vita tale compenso, prevedendone addirittura l'aumento, starebbe assumendo sempre più il significato di un balzello a carico dell'innovazione tecnologica.

Come sottolineato nella comunicazione al Ministro Franceschini, il compenso per copia privata sarebbe frutto di una visione ormai anacronistica rispetto alle reali abitudini dei consumatori, questo soprattutto in virtù della rapida evoluzione dei dispositivi, dell'offerta crescente di contenuti on-line e dell'accesso a costi via via sempre inferiori alle reti a banda larga fisse e mobili.

Ad oggi lo streaming è divenuto la modalità preferita per la consultazione dei contenuti digitali, mentre la copia privata sarebbe del tutto residuale non giustificando l'imposizione di un compenso. Il Ministero quindi non avrebbe tenuto conto in alcun modo delle indagini sulle abitudini degli italiani realizzate negli ultimi anni che confermerebbero la netta prevalenza della fruizione dei contenuti su licenza.

A tal proposito basterebbe citare una ricerca sui consumi di Nielsen del febbraio scorso dove viene indicato che, solo per quanto riguarda gli smartphone, il numero dei consumatori che hanno ascoltato musica attraverso streaming on-demand sarebbe stato pari all'84% sul totale. Già nel 2017 l'ISTAT fotografava una situazione in cui solo il 15% dei consumatori di musica e il 10% dei consumatori di video ricorreva ancora alla copia privata.

Nonostante ciò la bozza di decreto prevede un aumento delle tariffe sui telefoni (7% per gli smartphones dai 32 ai 64 Gb e 21% per quelli dai 64 ai 128 Gb) e sui PC (32.7%). Per la prima volta vengono inoltre assoggettati al compenso anche device indossabili che in realtà sono accessori di un dispositivo già soggetto al pagamento.

Claudio Garau

Claudio Garau

Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

Non perderti nessuna news!

I commenti degli utenti

I commenti sono liberi: non è necessario iscriversi per poter commentare su questa pagina. Tutti i commenti, tuttavia, sottoposti alle linee guida di moderazione e prima di essere visibili devono essere approvati da un moderatore.

Oppure leggi i commenti degli altri utenti