Copyright: gli editori digitali criticano la Direttiva

A parere di ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online) e ANES (Associazione Nazionale Editoria di Settore), il recepimento dell'articolo 15 della Direttiva europea sul Copyright non incentiverebbe lo scambio di valore tra le piattaforme digitali e gli editori, al contrario essa potrebbe creare dei vincoli tropo stringenti a favore dei grandi editori generalisti.

Tutto ciò avverrebbe quindi a discapito degli operatori meno strutturati, generando delle asimmetrie di mercato con il rischio di ingenti danni per l'intero comparto. Così come ipotizzato infatti, il recepimento della normativa UE negherebbe a molti soggetti la libertà di scegliere se concludere o meno accordi con piattaforme come i social network, gli aggregatori e i motori di ricerca.

Nella misura sarebbe poi prevista una limitazione della possibilità di fornire licenze gratuite per i contenuti, cosa che di fatto renderebbe gli editori meno liberi in contraddizione con l'autonomia che viene sancita dalla Direttiva stessa. A questo andrebbe poi aggiunta una minore capacità di sfruttare pienamente le potenzialità insite nel Digitale.

A suscitare perplessità sarebbe anche il ruolo di arbitro che il recepimento affiderebbe all'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), il fatto che quest'ultima possa intervenire stabilendo un equo compenso in caso di mancati accordi tra editori e piattaforme potrebbe tradursi in un appiattimento del mercato, ignorando le differenze esistenti tra i vari player.

Sempre secondo il comunicato di ANSO e ANES, l'arbitrato dell'Authority finirebbe per penalizzare le aziende nativamente digitali così come tutte quelle realtà che nel corso degli ultimi anni hanno investito somme ingenti per innovarsi, soprattutto nei casi in cui si è dovuta affrontare una costosa transizione dall'editoria tradizionale e quella digitale.