I dati di 9 mila porno-utenti finiscono nelle mani del giudice

Potrebbe creare qualche imbarazzo la recente ordinanza della Suprema Corte di Londra che ha imposto ad un provider, l'O2, di consegnare i dati personali relativi agli oltre 9 mila clienti su richiesta di una socità di produzione specializzata nella creazione di contenuti per adulti.

L'O2, attraverso i propri legali, avrebbe cercato in ogni modo di evitare che tali informazioni finissero nelle mani della giustizia, ma davanti ad una decisione ufficiale in tal senso non potrà fare altro che assecondare attivamente la volontà espressa dal giudice.

L'ordinanza sarebbe stata emessa nell'ambito di una causa intentata contro il provider dalla casa cinematografica Golden Eye International, quest'ultima avrebbe infatti richiesto un risarcimento pari a 6,3 milioni di sterline per danni subito a causa della condivisione tramite P2P delle proprie opere.

Inizialmente la GEI avrebbe manifestato l'intenzione di inviare una lettera a ciascun utente accusato di aver scaricato illecitamente i suoi film, l'idea sarebbe stata quella di richiedere un forfait pari a 700 sterline pro-capite a titolo risarcitorio; il tribunale avrebbe però respinto tale opzione.