Google Chrome impone DRM e plugin

La release 57 del browser Web Google Chrome è ad oggi soltanto in versione preliminare per gli sviluppatori, ma tra le nuove feature di questa anteprima ve ne sono alcune che avrebbero già provocato delle polemiche; esse riguardano nello specifico il sistema per la gestione dei plugin e il supporto al DRM (Digital Rights Management).

In precedenza infatti gli utilizzatori potevano ricorrere alla digitazione della stringa "chrome://plugins/" nella barra degli URL per raggiungere le impostazioni relative alle estensioni, ora invece questa opzione sarà disponibile unicamente per i setaggi per Adobe Flash Player e il visualizzatore di documenti PDF Viewer.

Ciò significa che i comportamenti dei vari plugin non potranno essere più gestiti attraverso l'interfaccia di Chrome e ciò vale anche per la possibilità di disabilitarli; dato che sono decine le applicazioni che si basano sullo stesso progetto del browser di Mountain View (Chromium), tale cambiamento riguarderà obbligatoriamente anche queste ultime.

Tra le diverse estensioni coinvolte in questa iniziativa vi sono anche le cosiddette EME (Encrypted Media Extensions), lo standard aperto del W3C (World Wide Web Consortium) concepito per la gestione del DRM, in pratica il sistema che presiede al controllo dei diritti d'autore sui contenuti trasmessi in streaming anche via browser.

La nuova impostazione dei plugin potrebbe avere anche un altro effetto negativo, questa volta a danno della sicurezza, perché il DRM presenta delle limitazioni per quanto riguarda l'analisi e l'impossibilità di gestire pienamente l'EME potrebbe tradursi in maggiori difficoltà nell'individuazione di bug e vulnerabilità anche pericolose per l'utente.