Google dichiara guerra ai contenuti non originali

Google ha deciso di modificare il suo algoritmo di posizionamento tenendo conto di tre fattori che potrebbero peggiorare la qualità delle SERP (Search Engine Results Page): i testi e le immagini prodotti attraverso le Intelligenze Artificiali Generative, la diffusione di contenuti non originali e il cosiddetto Spam SEO, cioè risorse estremamente ottimizzate ma più orientate a creare traffico che a offrire informazioni e servizi utili.

Per quanto riguarda i contenuti non originali, i responsabili del motore di ricerca hanno stimato una diminuzione di circa il 40% a favore dei risultati delle query. Gli effetti dovrebbero essere più evidenti a partire da maggio 2024 ma nei mesi scorsi il sistema di indicizzazione ha già subito delle modifiche finalizzate a favorire gli autori che non si limitano e replicare contenuti di altre risorse.

Come chiarito in un apposito comunicato diffuso attraverso il blog di The Keyword, l'intenzione è soprattutto quella di contrastare i contenuti prodotti attraverso automatismi. Il riferimento a soluzioni come ChatGPT, Copilot o addirittura Gemini (che è una soluzione AI della stessa Big G) appare quindi evidente. L'algoritmo continuerà a privilegiare l'opera di esseri umani ammesso che sia in grado di distinguerla da quella di un chatbot.

Da notare che gli interventi previsti riguarderanno anche i siti Web che negli anni si sono distinti per la loro autorevolezza. Questi ultimi infatti sfruttano spesso la capacità di engagement del proprio brand per ospitare contenuti a pagamento commissionati da aziende di terze parti. Se ritenute di bassa qualità tali risorse verranno penalizzate a livello di posizionamento.

Nel post di Google si parla chiaramente di una situazione peggiorata proprio a causa della possibilità di generare testi (e non) solo in modo automatico. Per questo motivo sia il sistema di spam-fighting che le policy dedicate allo spam sono ora più severi dal punto di vista della selezione. Ciò vale anche per i siti Web legati a nomi a domini scaduti che sono stati riacquistati per distribuire contenuti non originali o qualitativamente poco significativi.