I piccoli provider dicono "no" ai nuovi vincoli per la fornitura del servizio PEC

L'Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), l'Associazione Nazionale delle imprese ICT (Assintel) e l'Associazione Provider indipendenti Assoprovider di Confcommercio, si sarebbero dichiarate contrarie all'innalzamento delle barriere previste per esercitare l'attività di provider PEC (Posta Elettronica Eertificata) che il Governo Renzi starebbe effettuando tramite l'emanazione del prossimo Codice dell'Amministrazione Digitale.

Tali modifiche riguarderebbero anche le attività di conservazione sostitutiva, cioè le procedure informatiche concepite per risparmiare sui costi di stampa e archiviazione, nonché regolamentata per legge, con cui è possibile garantire nel tempo la validità legale di un documento in formato digitale sostitutivo di quello cartaceo.

Se le nuove norme del CAD dovessero essere emanate, il limite di capitale sociale necessario per esercitare questo tipo di attività potrebbe innalzarsi a seconda dei casi da 5 milioni sino a 10 milioni di euro; diventa quindi chiaro che condizioni del genere estrometterebbero gran parte dei piccoli operatori attuali da questo mercato.

Altissime anche le barriere per esercitare l'attività di SPID Identity Provider che per le società di capitali saranno pari a 10 milioni di euro di capitale sociale; le garanzie assicurative per il digitale italiano ammonteranno di conseguenza a 25 milioni di euro, una cifra che di fatto escluderebbe qualsiasi PMI dal mercato della Pubblica Amministrazione.

A tal propostito le associazioni coinvolte avrebbero sottolineato come non si capiscano le ragioni di tali barriere in assenza di particolari investimenti o complessità che aziende meno dotate dal punto di vista del capitale non possano affrontare Il rischio è la formazione di un oligopolio, mentre i cittadini delle zone in cui è ancora presente il digital divide potrebbero essere tagliati fuori da questo mercato.