Smart working: crescono aggiormento professionale e produttività

Secono una recente rilevazione operata dai ricercatori di Minsait, lo smart working, modalità di "lavoro agile" ancora molto diffusa nonostante il recente inizio della cosiddetta "Fase 2", determinerebbe presso i dipendenti una maggiore propensione all'aggiornamento professionale e incrementerebbe la produttività delle sessioni di lavoro.

Durante lo studio, a cui hanno partecipato circa 1.200 operatori e consulenti del settore IT, l'aumento dell'efficienza sarebbe stato testimoniato dal 72% del campione, il 24% non avrebbe notato invece alcun cambiamento rispetto al lavoro in ufficio e una quota molto marginale degli intervistati avrebbe riferito un peggioramento in termini di resa.

Oltre alla maggiore produttività, sarebbe stato notato diffusamente un miglioramento della qualità di vita (nel 59% dei casi). Il fatto di non dover affrontare quotidianamente il traffico cittadino, i ritmi più dilatati, una quotidianità meno caotica e la possibilità di stare vicini agli affetti avrebbe portato a giudicare positivamente lo smart working.

Tra gli altri vantaggi è utile segnalare le percentuali particolarmente elevate riguardanti il risparmio economico (citato nel 77%) e l'opportunità di ridurre l'impatto ambientale delle proprie abitudini di lavoro e dei propri spostamenti (73%). Il 59% del campione avrebbe fatto riferimento anche alla maggiore disponibilità di tempo per dedicarsi alla formazione tramite piattaforme di e-learning, Webinar e videochat.

Stando così le cose, e in considerazione del fatto che l'attuale momento storico è ancora caratterizzato da una forte incertezza, diverse aziende potrebbero decidere di proseguire con lo smart working nel corso dei prossimi mesi. Per una percentuale anche rilevante dei lavoratori quest'ultima potrebbe diventare una modalità di default anche se soltanto per una parte della settimana.