Steve Jobs: il ricordo di Tim Cook

Sono passati ormai 7 anni da quando, il 5 ottobre del 2011, venne a mancare Steve Jobs. Ucciso da una grave malattia che lo aveva fortemente provato, il fondatore di Apple se ne andò all'età di 56 anni poché ore dopo la presentazione dell'iPhone 4S, occasione durante la quale il nuovo amministratore delegato Tim Cook mostrò al pubblico la poltrona vuota che Jobs avrebbe dovuto occupare.

Ed è stato proprio Cook, a nome di tutta la Casa di Cupertino, a ricordare il predecessore con un intervento dedicato su Twitter nel quale ha scritto "Steve showed me - and all of us - what it means to serve humanity. We miss him, today and every day, and we'll never forget the example he set for us.".

Nel messaggio, preceduto da un'immagine di Jobs ancora giovane dirigente, l'attuale CEO evidenzia il ruolo di chi lo aveva designato come erede quale servitore dell'umanità e ne sottolinea l'esempio. Eppure, in molti ricordano come la carriera del fondatore non sia stata priva di ostacoli e di delusioni, anche all'interno della stessa Mela Morsicata.

A tal proposito basterebbe citare alcuni periodi particolarmente delicati per Jobs, come l'aprile del 1985, quando il computer Macintosh registrò soltanto un decimo delle vendite previste, o il settembre dello stesso anno, quando una riorganizzazione del management di Apple portò alle sue dimissioni costringendolo a ripartire da zero con la NeXT Computer.

Bisognò attendere fino al 1997, e la conclusione di una serie infinita di cause legali, perché Jobs tornasse alla guida di Cupertino. Allora l'azienda californiana riportava oltre un miliardo di dollari di perdite, oggi, grazie a quelle che furono le intuizioni di Jobs, la sua capitalizzazione supera i mille miliardi di dollari e il suo brand è considerato quello di maggior valore al Mondo.